11 Settembre 2025

I Minibond strumento di finanziamento alternativo per le PMI

Negli ultimi dieci anni, il sistema finanziario italiano ha visto nascere e svilupparsi una nuova categoria di strumenti pensati per supportare la crescita delle piccole e medie imprese (PMI): i minibond. Nati con il Decreto Sviluppo del 2012, i minibond si sono affermati come alternativa al credito bancario, offrendo alle aziende nuove opportunità di accesso ai capitali e, agli investitori, strumenti innovativi di diversificazione del portafoglio.

Definizione di minibond

Con il termine minibond si intendono obbligazioni o titoli di debito emessi da società non quotate in Borsa, prevalentemente PMI, per raccogliere risorse finanziarie sul mercato dei capitali.

Dal punto di vista tecnico, i minibond rientrano nella categoria delle obbligazioni corporate: titoli che rappresentano un debito contratto dall’impresa emittente nei confronti degli investitori, i quali ricevono in cambio il pagamento periodico di cedole (interessi) e il rimborso del capitale a scadenza.

La loro peculiarità sta nel target di emittenti e nel taglio ridotto dell’emissione: infatti, sono stati creati per consentire anche alle imprese di dimensioni medio-piccole, tradizionalmente escluse dai mercati obbligazionari, di accedere direttamente agli investitori professionali.

Target: chi può emettere minibond

I minibond sono pensati principalmente per le PMI non quotate, ma con alcune condizioni:

  • Requisiti normativi: l’emittente non può essere una microimpresa. Secondo la definizione europea, sono escluse le aziende con meno di 10 dipendenti e fatturato o attivo inferiore a 2 milioni di euro.
  • Forma giuridica: possono emettere minibond le società di capitali (S.p.A., S.r.l., S.a.p.A.), comprese le cooperative e le mutue assicuratrici.
  • Solidità finanziaria: è richiesta una struttura contabile ordinata e trasparente, spesso certificata da una revisione esterna, condizione essenziale per conquistare la fiducia degli investitori.
  • Prospettiva di crescita: i minibond sono indicati per aziende con progetti di sviluppo concreti, come piani di espansione produttiva, ingresso su nuovi mercati o acquisizioni strategiche.

Sul fronte della domanda, i minibond possono essere acquistati da investitori professionali e qualificati, come fondi di investimento, banche, assicurazioni, fondazioni bancarie e family office. Per ragioni di tutela del risparmio, non sono accessibili agli investitori retail.

Vantaggi dei minibond

L’emissione di minibond offre benefici sia per le imprese emittenti che per gli investitori.

Vantaggi per le imprese

  • Mancata segnalazione in centrale rischi e diversificazione delle fonti di finanziamento: i minibond non vengono registrati nella centrale rischi di Banca d’Italia, riducendo quindi l’esposizione creditizia verso le banche.
  • Maggiore visibilità e reputazione: l’accesso al mercato dei capitali eleva il profilo dell’azienda, aumentando la sua credibilità nei confronti di stakeholder e partner commerciali.
  • Flessibilità: possibilità di strutturare il prestito in modo personalizzato (durata, rimborso bullet o amortizing, garanzie, covenant).
  • Effetto leva sulla governance: l’emissione comporta maggiore trasparenza e disciplina finanziaria, stimolando l’adozione di buone pratiche gestionali.

Vantaggi per gli investitori

  • Rendimento potenzialmente elevato: i minibond offrono cedole interessanti rispetto ai titoli di Stato o alle obbligazioni corporate delle grandi imprese.
  • Diversificazione del portafoglio: esposizione a un segmento di imprese dinamiche, spesso eccellenti nei rispettivi settori.
  • Impatto sull’economia reale: possibilità di sostenere la crescita delle PMI, che costituiscono l’ossatura del sistema produttivo italiano.

Tempistiche e processo di emissione

Il percorso che porta un’azienda all’emissione di minibond può variare a seconda della complessità dell’operazione e della preparazione iniziale dell’impresa, ma in media si articola in 4-6 mesi.

Le fasi principali sono:

  1. Analisi preliminare
    • Valutazione della fattibilità e definizione dell’importo da raccogliere.
    • Business plan dettagliato.
    • Revisione dei bilanci e della governance.
  2. Strutturazione dell’operazione
    • Scelta della tipologia di titolo (obbligazione, cambiale finanziaria, project bond).
    • Definizione delle condizioni economiche: importo, durata, tasso d’interesse, eventuali garanzie.
    • Eventuale rating da parte di agenzie specializzate.
  3. Selezione degli investitori
    • Contatto con fondi specializzati, banche e altri operatori interessati.
    • Roadshow e presentazioni agli investitori.
  4. Emissione e collocamento
    • Emissione formale del titolo e sottoscrizione da parte degli investitori.
    • Eventuale quotazione sul segmento ExtraMOT PRO di Borsa Italiana o altri mercati dedicati.
  5. Gestione post-emissione
    • Comunicazioni periodiche agli investitori.
    • Pagamento delle cedole e rimborso del capitale a scadenza.

Conclusioni

I minibond rappresentano uno strumento innovativo e potenzialmente decisivo per il rafforzamento del tessuto imprenditoriale italiano. Offrono alle PMI l’opportunità di accedere al mercato dei capitali, finanziare la crescita e migliorare la propria governance, mentre agli investitori garantiscono rendimenti interessanti e l’opportunità di sostenere l’economia reale.

Lo Studio Torelli & Zanetti, grazie alla collaborazione con partners istituzionali, è in grado di offrire il supporto necessario per lo studio di fattibilità ed il collocamento successivo sul mercato rappresentato da investitori professionali (Fondi di investimento, Banche, Assicurazioni, Fondazioni Bancarie e Family Office).

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